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Eccoci qua a scambiare quattro chiacchiere in compagnia con uno dei giovani arrampicatori più promettenti del panorama nazionale; a tu per tu con Alessandro Palma, fresco vincitore del titolo italiano di arrampicata sportiva Under20 (categoria boulder e combinata).
CC: Allora come si sta da campioni italiani di arrampicata? Prima della gara un pensierino al titolo lo avevi fatto o è un risultato del tutto inaspettato?
AP:In realtà è tutto molto simile a prima... Ho solo dato un senso a tutti quei momenti di
tensione, fatica e sclero passati ad allenarmi. Quando sono arrivato ad Arco il mio unico obbiettivo era entrare in finale boulder, il podio in speed e i due titoli sono stati perciò inaspettati.
CC: In questa competizione hai dimostrato di essere l’atleta più completo tra gli under 20, dove ti senti più forte e dove senti di dover migliorare molto?
AP: Mah..Credo che per migliorare veramente la strada sia ancora lunga... Devo migliorare su tutto, soprattutto sulla testa. Il mio stile preferito rimane sempre il tirar tacche in strapiombo comunque..
CC: Qualche giorno dopo hai partecipato ad una competizione europea; com'è andata? qualche timore?
AP: Ho partecipato già lo scorso anno alla Coppa Europa Giovanile. Quest'anno non è andata come speravo, purtroppo la mia performances rimane ancora troppo legata alla testa, mio punto di debolezza.
CC: Sappiamo che tutta la tua famiglia è appassionata di arrampicata e che tuo zio è un certo Max Giri (buon sangue non mente); quanto è stato importante crescere (sportivamente) con loro?
AP: Sicuramente averli vicino nelle mie scelte è molto importante per me, soprattuto quando non è così facile starmi vicino. Per quanto riguarda il lato prettamente sportivo devo molto a mio zio, che è stato e continua ad essere il mio primo mito. E' merito suo se ho vinto il campionato italiano, in quanto il blocco che mi ha consegnato il titolo era una placca appoggiata, che ho salito flash. Se non avessi scalato molto con lui non sarei riuscito a farla, soprattutto al primo giro.
CC: Chi è il personaggio dell’arrampicata che ti ha influenzato maggiormente?
AP: Credo sia proprio mio zio Max, che è sempre stato il mio mito.
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A tu per tu con la più forte boulderista italiana del momento, la nostra Elena Chiappa, che ha portato la "Cuneo che arrampica" al top della categoria boulder nazionale.
-Come hai scoperto l'arrampicata e quando hai iniziato?
Purtroppo non ho iniziato prestissimo ho scoperto l’arrampicata per caso…ho indossato imbrago e scarpette la prima volta a Bagnasco(CN) quando avevo 17 anni, era la falesia più vicina a casa mia, all’epoca infatti abitavo a Ceva. Poi ho provato qualche volta con alcuni amici che arrampicavano già da tempo come Giovannino Massari che è stato il mio professore di educazione fisica alle scuole medie. Si può dire, però, che è diventata la mia passione principale dai 20 in poi…
-È stato amore a prima vista o ci è voluto del tempo?
Mi piaceva sin dall’inizio ma non potevo dedicarmi come avrei voluto…non avevo neppure la patente, poi non c’erano coetanei con cui praticare questa attività i ragazzi con cui scalavo erano comunque più grandi. Inoltre non dimentichiamo che, sino ad oggi, non esistevano nel cuneese palestre di arrampicata se non qualche esempio di muretto casalingo, quindi condividere e praticare l’arrampicata con gli amici non era semplice ed efficace come può esserlo ora.