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http://www.downloadlisgo.com/CIN/dieghi/sbc1.jpg” border=”0″ alt=” ” hspace=”2″ vspace=”2″ width=”320″ height=”240″ align=”left” />E’ una tranquilla sera d’estate quando, armato del giusto spirito sovversivo, passo a prendere Lele a Mondovì. La destinazione è un luogo semisconosciuto di Torino. Partiamo, belli e dannati, Stasera si fa la rivoluzione. E noi non mancheremo.
Il primo inconveniente istituzionale viene oramai a Torino, in una tappa intermedia per prendere due amici. Uno arriva, l’altro tarda. Lo precede la polizia.
-Documenti- e si chiudono dentro.

Intanto perdono cinque minuti dietro la carta di identità del Lele, sfogliata con occhi assatanati dalle tute nero-blu manco fosse una rivista porno..

-Dove andate ragazzi?-
-Mah, pensavamo di fare una capatina ad un raduno di arrampicata sui palazzi, ovviamente abusivo!-
mi balena in testa, ma: -Niente, aspettiamo un nostro amico di Torino, per uscire un po’-
-Dove?-
-Eccheccaxxovenefrega?- ma ancora mi trattengo
-Murazzi- dico, con aria fragile.
(le risate..)
-Buona serata, ragazzi, e fate attenzione giù ai Murazzi-

E si va, accontentandosi di fare la figura dei tre barotti cuneesi in cerca di divertimento facile nella grande città, vestiti di cenci da montanari. Meno male che non hanno visto i crash pad.

Ora siamo pronti.

http://www.downloadlisgo.com/CIN/dieghi/sbc3.jpg” border=”0″ alt=” ” hspace=”2″ vspace=”2″ width=”320″ height=”240″ align=”left” />Quanti saremo? 100? 150? 200?
In un attimo siamo attaccati a giochi per bambini, cartelloni per la pubblicità, muri cadenti ed addirittura fontane. Divertente, sì, divertente, e curata l’organizzazione, con mappa dei blocchi (tantissimi, impossibile provarli tutti in due ore), maglietta, informazioni accurate..
Forse è un po’ dispersivo, ma in fondo che si vuole, più ordine? Ma per piacere… Da ricordare il cartellone di quattro metri e mezzo, il lancio storto alla finestra, la rimonta del tubo del gas, il lancio impossibile sullo spigolo dove ho lasciato due etti di pelle con le dita a perdere nei fori dei mattoni.
Tre i settori, tantissimi i passaggi, bell’entusiasmo generale. In giro per le strade di Torino con i crash, chi l’avrebbe mai detto?
La finale è il punto d’incontro, di aggregazione di questa massa pulsante, ed anche se io appena la vedo mi metto le mani nei capelli (aaaarrggghhh.. una placca!) abbiamo la sorridente Anita Manachino che la toppa per prima, portando a casa la prima vittoria ad uno SBC di una donna. Finalmente un po’ di vero potere al femminile! Emma Goldman sarebbe contenta.

http://www.downloadlisgo.com/CIN/dieghi/sbc4.jpg” border=”0″ alt=” ” hspace=”2″ vspace=”2″ width=”240″ height=”320″ align=”right” />Tutti acclamano, la serata finisce al pub, mentre io ed il compare inforchiamo la strada a pagamento e torniamo sui nostri monti, così alle due e mezza davanti ad una birra sentiamo che è bello riprendersi la città, anche se la città non è nostra, noi non ci viviamo, rudi montanari quali siamo, e nonostante sulle rocce nude e dure siamo più felici forse questo è un bel momento, c’è un vero movimento, tutti insieme a scalare due muri.
 Il bello è stato essere là, tutti uguali davanti ad un muro, ad urlare non slogan –anche se un po’ mi sarebbe piaciuto-, ma solo incitazioni, poi buttarsi a provare, il tutto con un minimo comune denominatore da favola, l’arrampicata.
Che per definizione è anarchica, e le regole le scegli come vuoi.

Paulo Bertolotto

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