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Da alcuni anni si può dire che Vinadio, in provincia di Cuneo, abbia ritrovato il “suo” Forte, aprendolo a migliaia di visitatori che hanno percorso le sue straordinarie gallerie, i camminamenti, le postazioni, i bastioni.
E attorno o nel Forte sono state realizzate installazioni (tra tutte quella di Richard Long nel fossato) e si sono svolti spettacoli, si è in qualche modo raccontata la storia di questo poderoso Forte albertino che peraltro non svolse mai le funzioni per le quali era stato progettato e costruito alla metà dell’Ottocento.
Il Forte è stato restaurato, reso agibile, restituito a nuove funzioni e dalla prossima estate chi lo percorrerà nel tratto a monte della strada statale che va da Porta Francia a Porta Neraissa potrà insieme seguire lo sviluppo di un affascinante racconto sulla “Montagna in Movimento”.

“Montagna in Movimento” è un progetto promosso dalla Regione Piemonte e dall’Associazione Culturale Marcovaldo, in collaborazione con il Comune di Vinadio, e con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Per la comunicazione si avvale del contributo di Acqua Sant’Anna e dell’ATL del Cuneese.
“Montagna in movimento” rientra nel programma di Alpi365.

Studio Azzurro, centro di sperimentazione artistica e produzione video, che da molti anni opera nel campo delle nuove tecnologie multimediali ed interattive, ha ideato e realizzato le diverse videoambientazioni e installazioni, sulla base delle indicazioni di volta in volta fornite dal Comitato Scientifico e con il contributo degli architetti Dario Castellino e Alessandro Mellano, progettisti dei lavori di restauro.

Il Comitato Scientifico è formato da Marco Aime – antropologo (fino a luglio 2004); Dionigi Albera – antropologo, Chargè de Recerche au CNRS di Aix-en-Provence; Gianni Aimar – studioso di cultura alpina (deceduto in agosto dello scorso anno); Enrico Camanni – scrittore, storico dell’alpinismo e direttore della rivista L’Alpe; Mario Cordero – direttore del Dipartimento Rete Museale dell’Associazione Culturale Marcovaldo; Antonio De Rossi – architetto, docente presso il Dipartimento di Progettazione Architettonica e Disegno Industriale del Politecnico di Torino; Diego Mondo – funzionario del settore Musei e Patrimonio Culturale della Regione Piemonte; Daniela Formento – Direttore ai Beni Culturali della Regione Piemonte; Fabrizio Pellegrino – Presidente dell’Associazione Culturale Marcovaldo.

Suoni, voci, immagini in movimento e installazioni multimediali introdurranno il visitatore nel mondo delle Alpi Meridionali.
Innovativo il linguaggio, innovativi i contenuti che dimostrano esaurientemente e con efficacia come le nostre valli (ma con esse tutte le Alpi) siano state caratterizzate lungo tutto il corso della storia da un continuo e fecondo andirivieni, siano state punto di partenza e di arrivo di popoli, idee, arti, mestieri, merci, innovazioni.

Questo percorso di grande fascino visivo restituirà alla nostra montagna il suo autentico carattere dinamico. A dispetto del vecchio luogo comune di una realtà alpina condannata all’immobilità e all’emarginazione si è voluto riconoscere alle genti di montagna non caratteri buoni soltanto per finire in un museo, ma la capacità di progettare sempre un nuovo futuro, una straordinaria capacità di adattarsi all’ambiente e di trasformarlo perché ci si possa vivere. La natura montana, con le sue dinamiche verticali, è il punto di partenza e la fonte generatrice di questi movimenti, per rappresentare i quali nei locali del Forte di Vinadio si sono ricreati paesaggi, inediti scenari, racconti per immagini anch’esse in movimento.

Circa quaranta videoambientazioni interattive e sincronizzate, più di sessanta programmi video, segnano il percorso espositivo, articolati in sei aree tematiche: Intro, Le Alpi al centro, Ambiente e territorio, L’uomo e le Alpi, Crisi di una civiltà, Le frontiere del futuro.
L’uso di tecnologie interattive trasforma i volumi di questa architettura militare in spazi sensibili e in contenitori di esperienze collettive, a volte anche ludiche e coinvolgenti.
Le immagini e le testimonianze sono state raccolte nelle valli Po, Varaita, Maira, Grana, Stura, Gesso, Vermenagna e Pesio, senza dimenticare le relazioni con il versante francese.
14 leggii collocati lungo il percorso sono finalizzati agli approfondimenti, costituendo un’interfaccia in cui basta sfiorare le pagine virtuali per scongelare le immagini depositate sulle superfici. In tal modo, gesto dopo gesto, il visitatore viene coinvolto nel racconto.
Alcuni oggetti proposti in originale o in copia diventano una sorta di simbolo materiale dei vari argomenti trattati.
La Valle Stura, dove sono in corso sperimentazioni economiche, culturali e sociali che tentano di prefigurare un nuovo modello di sviluppo, si arricchisce così nel Forte di Vinadio di una nuova importante risorsa culturale, che può e deve fare da traino a ulteriori sperimentazioni e ad un più solido rilancio del territorio, recuperando tra l’altro qualcosa che ha a che fare con l’autentico “sentimento dei luoghi”.
Si tratta di un investimento che configura una istituzione di eccellenza nel contesto regionale oltre che locale. E il Forte di Vinadio diventa altresì luogo e occasione per un ripensamento partecipato del passato e del futuro, di una cultura, delle sue genti.
Uno strumento che si inserisce a pieno titolo nella progettazione del futuro.

Il Forte albertino voluto da Carlo Alberto, ancora oggi proprietà del Demanio militare, è concesso in uso al Comune di Vinadio, il quale dal 2001 ne ha affidato la gestione all’Associazione Culturale Marcovaldo, che si occupa del suo recupero e valorizzazione.

MACROSEZIONI E SEZIONI DEL PERCORSO ESPOSITIVO

1. Intro

2. Le Alpi al centro
– Una frontiera mobile
– Memorie di autonomia
– Parlare “nosto modo”

3. Ambiente e territorio
– Un paesaggio verticale
– Un paesaggio costruito
– L’insediamento rurale
– Città alpine e architetture romanico-gotiche
– Le strade del sale: il Buco di Viso
– Adrech e ubac

4. L’uomo e le Alpi
a. Partenze e ritorni
– Dal monte al piano
– Transumanza
– La comunità ritrovata: il ritorno

b. Le valli come nodi di scambio
– Passaggi d’arte
– Le strade della fede
– Le cacce e le terme
– L’alpinismo e la nascita del Club Alpino Italiano
– Il contrabbando

5. Una crisi di civiltà
– Le guerre del Novecento
– Ombre
– Un’emigrazione senza ritorno
– L’infrastrutturazione del territorio
– Il turismo di massa

6. Le frontiere del futuro
– Segnali di una nuova montagna

Fonte: http://www.marcovaldo.it/http://www.marcovaldo.it/”>http://www.marcovaldo.it/>

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