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Si sa che un sogno coltivato e molto inseguito, porta sempre a grandi soddisfazioni, ed un po’ di vuoto quando lo si realizza. Questo sogno, per me, era la discesa in volo dal Monviso, attorno alla quale aleggiava la leggenda che non fosse realizzabile. Per di più sembra che sia stata effettuata la discesa dal Viso di Vallanta addirittura negli anni ‘80 da due nomi illustri dell’alpinismo francese, J. M. Boivin e C. Profit, poi da allora più nulla. Volare è diventata un’attività con le sue mode ed i suoi riti, si parte sempre dai soliti posti (sono cambiate anche molto le tecnologie) dove non si cammina molto, gli alpinisti non mettono più di tanto il naso in questo mondo.
La realizzazione di questo progetto non è stata facile né immediata, anche se potrebbe non apparire; bisognava provare e riprovare sperando di trovare le condizioni perfette. Durante quest’ultimo anno avevo già tentato un paio di volte ma le cattive condizioni mi avevano fatto desistere. Il primo tentativo risale ad inizio maggio, quando ho provato a risalire dalla Nord portando gli sci per decollare ma la troppa neve mi ha fatto desistere. A fine giugno ero di nuovo sulla Nord per fare una salita con altri amici, ma la veletta sempre presente nello zaino! Naturalmente in cima tirava un vento patagonico ed il volo era impensabile…

Verso la fine agosto, dopo alcuni voli alpini interessanti ed un’esperienza nell’oltralpe, dove sono molto avanti sportivamente parlando, si valuta con Dennis la possibilità di decollare dal Monviso. Sembra fattibile ma sicuramente non con un parapendio normale, ci vorrebbe una mini-vela o addirittura un attrezzatura da speed-ride (parapendii molto piccoli simili a paracadute da usare preferibilmente con gli sci nei piedi per l’alta velocità), io sarei più tranquillo sulla neve dove non si agganciano pietre ma la pendenza del decollo è alta, vada per un ultimo tentativo estivo per quest’anno. Decidiamo che si può decollare con vento moderato ma allora meglio avere una vela piccola, io prendo la 15 e Dennis la 14. Tra le varie telefonate si sente Mara, lei ci sarebbe per fare la salita della Est che le manca, io sono d’accordo, Dennis sulle prime un po’ dubbioso decide poi di venire. Sarebbe proprio bello volare così dopo una salita alpinistica, in pieno stile Boivin & soci degli anni ’80!
Naturalmente tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare (i monti pardon), e chiamando il sabato mattina il rifugio ci dicono che è pienissimo… Che fare, si va, non si va?? Decidiamo davanti ad una bella pasta di farlo in giornata, danno bello, si dovrebbe riuscire… Arrivo al Pian del Re alla sera, notte bivacco selvaggio e partenza alle quattro, ah!
Al mattino semi-tramortiti incastriamo la tenda che si apre in 2 secondi ma che non si richiude mai (monouso?) in macchina, e via partiamo verso il Quintino accompagnati da altri “notturni” come noi. Al Colle sotto la cresta Est vediamo le prime luci dell’alba e su già in alto le lucine degli alpinisti partiti prima di noi; i dubbi della notte svaniscono e l’azione tiene impegnata la mente. Si incontrano così le prime difficoltà, il nevaietto non necessita dei ramponi, la roccia comincia ad essere inondata da un caldo sole che spunta da un mare di nubi sulla pianura, perfetto!
Man mano che si sale si trova una velocità ottimale, numerosi tratti facili affrontati senza corda, intervallati da saltini più difficili dove ci si protegge, ci portano al torrione Saint Robert, punto in cui si divide l’itinerario. Noi gravati dal peso dello zaino optiamo per l’aggiramento, quasi tutti lo scalano direttamente. Poco dopo sulla cresta si trova un po’ di neve-misto sul versante all’ombra, non ci facciamo mancare niente! Oramai la lunghezza della via comincia a farsi sentire, felici incontriamo la via normale che sale dal lato Sud, per la quale arriviamo in vetta.
La vetta del Monviso, la salita è fatta! Ormai siamo sicuri sul da farsi, sia io che Dennis guardiamo la varie bandierine sulla croce e vediamo che il vento, sebbene non bello lineare, dovrebbe essere buono, lo scuso-metro si può spegnere oggi! Forse…
Si mangia qualcosa, le foto di vetta, e via ci si prepara, Dennis decide per un decollo di fianco alla croce di vetta, io scendo un po’, preferisco avere via libera che correre in mezzo ai roccioni. Arriva Mara insieme ad altri due ragazzi incontrati nella salita e si danno subito un gran da fare nello sbrogliare cordini, sistemare massi instabili, coadiuvare il decollo; senza di loro non ce l’avremmo mai fatta! Vedo Dennis sopra di me lottare per riuscire a dominare la vela, decolla in posizione frontale, io non me la sento e preferisco vedere la vela. Sgarbuglia, tira, frena, no gira, ri-tira su, buona!, forse, sì! Sììììì!!! Ma allora si può fare! Bellissimo decollo!
Vengo subito assalito dai dubbi, riuscirò? Non riuscirò? Prontamente arrivano gli “assistenti di volo” anche da me a sgarbugliare, spostare, sollevare, tenere… Si gonfia, un cordino incastrato, un sasso che rotola, libera, prova a lasciare, forse sì, Sìììì!!!
Mi ritrovo subito catapultato sul versante Nord con questa strana visione della parete, la vela va perfettamente, le nuvole in lontananza, il Quintino sotto i piedi, il Giacoletti più distante… Mi giro e vedo il Re di Pietra con tanti minuscoli puntini sulla vetta, povera Mara non la invidio proprio, la discesa a piedi è lunghissima, almeno è in buona compagnia con gli amici della vetta.
Il volo è molto veloce, in un attimo mi ritrovo verso la zona Pian del Re, Dennis dev’essere già atterrato ma non lo vedo, le nuvole si stanno chiudendo velocemente. Riesco a trovare un buco per passare, imposto l’atterraggio e in un attimo mi ritrovo nell’erba alta a fianco delle mucche che mi guardano perplesse. Il nostro morale è alle stelle, ce l’abbiamo fatta!!! Non ci sembra vero! Una telefonata a casa, sì tutto bene, e una bella birra per festeggiare!
Dopo aver lottato con la tenda che occupava tutta la macchina, ripartiamo a piedi per andare incontro a Mara, che incontriamo al Quintino stanca, Dennis gli porta lo zaino, una volta tanto non dobbiamo essere recuperati noi. Che fantastica giornata! Grazie Mara, Ilaria, Davide e Manuel!

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