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Alla terza serata della rassegna MontagnArt, organizzata dal Cai Uget val Pellice, alle ore 21 di venerdì 23 novembre 2012, al Teatro del Forte di Torre Pellice va di scena l’arrampicata su roccia. Quattro i filmati presentati grazie al Trento film festival e alla Cineteca centrale del Cai.
Nel primo, Outside the box – a female tale (Germania 2011, 16’) di Stefanie Brockhaus, al Castleton Tower, nello Utah, si incontrano due diverse generazioni di alpiniste. Da una parte Lynn Hill, che negli anni Ottanta è stata una delle migliori alpiniste agonistiche al mondo, dall’altra Anna Stöhr e Juliane Wurm, esperte soprattutto di arrampicata in interni, ma prive di esperienza di trad climbing.
In Shoshala (Francia 2011, 31’) di Yannick Boissenot, Elie Chevieux, Giovanni Quirici e Yannick Boissenot aprono una nuova via di 2300 metri con molti passaggi di 7° grado su una cima ancora inviolata, il Shoshala (4.700 metri) in India nel 2011. Il film vuole essere anche un tributo all’alpinista ticinese Giovanni Quirici scomparso nell’agosto del 2011 sulla nord dell’Eiger a soli 33 anni.
Hardest of the Alps (Italia 2010, 12’) di Damiano Levati, segue Iker ed Eneko Pou, che nell’estate 2010 decidono di far visita a vere e proprie leggende della storia dell’alpinismo. Viaggiando con il loro camper attraverso le Alpi, incontrano i miti che cambiarono l’alpinismo per sempre. Seguendo le tracce di Manolo, Alex Huber e Beat Kammerlander, ripercorrono alcune delle vie più simboliche della storia delle grandi pareti alpine che rimangono itinerari d’ispirazione per le nuove generazioni.
In Verticalmente démodé (Italia 2012, 18’) di Davide Carrari, che ha vinto la Genziana d’oro del Cai, il premio “Mario Bello” e il premio “Citta di Imola”, Maurizio “Manolo” Zanolla racconta le proprie motivazioni ed emozioni ritrovando una via che aveva individuato molti anni prima e con la quale aveva a lungo ritenuto impossibile confrontarsi: «Non è la via più difficile del mondo, è semplicemente la via “sportiva” più difficile che ho scalato. Ha una storia lunga e comincia quando mi sono chiesto la prima volta come potevano essere quei luoghi dove ogni sera andava a morire il sole. Eternit, è nascosta proprio lassù, in un ambiente solitario e dimenticato di queste montagne, piccola e “verticalmente demodé” a metà fra i luoghi, dove sono nato e, quelli dove sono vissuto»
Nel mese di novembre (dal 5 al 23 e dal 26 al 30) l’atrio del comune di Torre Pellice ospiterà la mostra “Bartolomeo Peyrot, primo italiano sul Monviso (4 luglio 1862)”.

Marco Fraschia

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